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Il Fuoco di Vesta

Oggi condividiamo con piacere questo testo scritto da un’altra nostra allieva del primo anno del percorso di Dea Serpente.

“Riecheggiano i miei passi mescolandosi al crepitio della fiamma. Ombre danzano tra le pareti del tempio. Il Grande Fuoco arde, fiero ed imponente. Una bestia viva, che riscalda e canta.

Canta il fuoco, ed io desidero solo ondeggiare i fianchi al suono della sua voce. Abbandonarmi alle parole che mi sussurra all’orecchio, che solo io sento.

Chiudo gli occhi e quando li riapro l’aria fresca mi bacia la pelle. Un altro fuoco arde sotto le stelle, diverso ma sempre lo stesso. Le fiamme guizzano alte e calde nell’aria fredda della notte. Adesso tutti odono la sua canzone e corpi si muovono sinuosi e sfrenati tra grida e risate. Tutti cantano la canzone della Sacra Fiamma.

Un giovane allunga la mano ed afferra la mia, un invito ad unirmi a loro. Danzo intorno al bracere inebriata dalla gioia che pervade ogni cosa. Ballo e canto tra corpi e spiriti. Tra risa e musica. Chiudo gli occhi e giro su me stessa, una danza a spirale, con la testa all’indietro e il naso all’insù.

Riapro gli occhi. Tengo tra le braccia un bambino. Giro intorno al focolare di casa, perché la Dea possa benedirlo. Tutta la famiglia gli dà il benvenuto tra applausi e schiamazzi. Ma altre grida ora mi riempiono le orecchie. L’allegria spazzata via in un istante.

La gente scappa terrorizzata, inseguita da uomini vestiti di cuoio e metallo. Incubi fatti di carne ed ossa che tirano calci, menano pugni e calano spade. Il terreno si tinge di rosso, pozzanghere di fango e sangue. Corpi che cadono, abbattuti come animali al macello. Membra si contorcono, strisciano, supplicano tra polvere e lacrime. Nessuna pietà, nessuna misericordia. Né amore per il nemico, niente parole di perdono di cui tanto si riempivano la bocca quando andavano in giro a predicare.

Le donne vengono picchiate e poi stuprate, i loro uomini uccisi o tenuti fermi, costretti a guardare. Giustizia la chiamano. Come se non bastasse, i mostri accendono torce attingendo dal Sacro Braciere e danno fuoco alle vesti di quelle stesse donne che hanno appena stuprato, bruciandole vive.Grida la Dea del Fuoco.

Anch’essa violata vedendo usare le sue stesse fiamme, togliere la vita alle sue figlie. Le grida si innalzano più alte della fiamma, un fumo acre cresce denso e scuro. L’odore ferroso del sangue e di carne bruciata mi riempie le narici. La bile mi sale in bocca e vomito tutto il mio dolore. La rabbia mi acceca, lampi di bianco in mezzo a tutto quel rosso. Il Grande Braciere del tempio viene rovesciato. Corde vengono legate come cappi al collo delle statue degli Antichi Dei per essere tirate giù dai loro piedistalli ed irrimediabilmente distrutte.

Quel luogo di silenzio e pace è ora ricolmo di una cacofonia di grida, preghiere e scongiuri carichi di terrore. I mostri, in preda ad un’ accecante follia, vanno di casa in casa, portando violenza e distruzione.

Le città bruciano.bLa morte viene accolta come una benedizione da tutte le vittime di questo massacro. I cieli sono densi di nubi cariche di fumo e dall’alto cala la cenere che tutto ricopre, come neve sbiadita.

Ogni cosa si fa immobile e silenziosa. Il Sacro Fuoco ora è spento. La Grande Dea piange lacrime di sangue, grida la sua vendetta e fa una solenne promessa: quell’inferno fatto di fiamme e tormento che quei carnefici tanto temono, sarà il suo dono in terra a tutti coloro che hanno ucciso le sue figlie e i suoi figli.

Un fuoco purificatore, inesorabile che vita dopo vita, si abbatterà su di loro come il martello sull’incudine. Come il metallo informe viene forgiato tra fuoco ed acqua, colpo dopo colpo, così gli Dei plasmeranno queste anime bieche. Eleveranno i loro spiriti, impartendo dure lezioni, vita dopo vita, finché il debito verrà ripagato e l’equilibrio ristabilito.

Così la Dea del Sacro Fuoco asciuga le mie lacrime, bacia le mie guance e mi chiede di restare nell’ombra ancora per un po’. Mi dice di far crescere la mia luce nel buio e nel silenzio.

Finché giungerà il tempo di far divampare nuovamente la Sacra Fiamma nel mondo, perché tutti possono vederla rinascere dalle proprie ceneri.”

© Testo di Eleonora per il Tempio della Grande Dea Serpente, vietata la riproduzione, anche parziale, senza consenso dell’autrice, si alla condivisione.

Le Vestali, Pietro Anastasio

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