Athena riemerge dal mito
Benché il valore storico e archeologico di quanto vi stia per scrivere sia incondizionato, voglio soprattutto spiegarvi perché queste scoperte siano importanti anche da un punto di vista di spiritualità incentrata su Dea, ma iniziamo con ordine: nella zona di Castro (LE), oramai da diversi anni, è partita una campagna di scavo archeologico che ha portato alla luce quello che è considerato il vero luogo di approdo di Enea, come descritto da Virgilio nell’Eneide.
A luglio 2015 venne ritrovato una statua femminile: un busto acefalo di dimensioni notevoli adornato con una veste finemente drappeggiata e ricollegato alla Dea Athena, si è stimato che la statua nel suo complesso debba raggiungere i quattro metri di altezza.
Nel 2017 si ritrovò il suo altare, nel 2020 l’imponente muro di terrazzamento del tempio e nel 2021 parti dei piedi e un pezzo di una seconda statua colossale gemella alla prima, oltre a frammenti riconducibili ad almeno una quindicina di altre statue (secondo gli archeologi è probabile che una statua di Athena fosse all’interno del tempio ed una all’esterno, ricalcando la struttura del Partenone ad Atene), nel 2022 è emersa la parte inferiore della prima statua ritrovata.
Tutto ciò crea il quadro di un enorme santuario che trova ancor più valore nell’antico nome della cittadina, Castrum Minervae, legato probabilmente ad un più antico Athenaion ispiratore dei versi del poeta: “Il porto si curva in arco contro il mare d’oriente, due promontori schiumano sotto l’urto delle onde e il porto vi sta nascosto; gli scogli come torri proiettano due braccia che sembrano muraglie; il tempio è lassù in alto, ben lontano dal mare” (Virgilio, Eneide, L. III).
Secondo lo studioso Francesco D’Andria – direttore degli scavi in esame, docente di archeologia e direttore della scuola di specializzazione in archeologia classica e medievale all’università di Lecce- l’erezione del santuario dedicato ad Atena nella località di Castro va collegato a tradizioni molto antiche come dimostrato dal ritrovamento di materiali riconducibili al VI secolo a.C., ed ecco allora che torna alla memoria anche ciò che scrisse Strabone: “Dicono che i salentini siano coloni dei Cretesi; presso di loro si trova il santuario di Athena, che un tempo era noto per la sua ricchezza” (Strabone, Geografia, L.VI).
Ed è stato qui che il cuore ha perso un battito: Creta, una delle ultime culture matriarcali del Mediterraneo ancora si fa strada fino a noi, e se ci fa storcere il naso pensare ad Athena come a una Dea matriarcale, dobbiamo ricordare che ella, prima di essere l’olimpica figlia di Zeus, nata senza una madre, era una potente Potinija (Signora) più antica dei popoli Micenei e probabilmente di origine, appunto, cretese, come il suo forte legame con il serpente ci ricorda e la connette con la famosa Dea cretese dei Serpenti.
Athena è qui signora di trasformazione e rigenerazione, come Medusa porta la morte e come Igea preserva la salute, è una Dea della tessitura collegata alla trama del destino e alle Moire, ancora vita e morte si intrecciano indissolubilmente tra loro per creare l’arazzo della vita.
Si potrebbe discutere a lungo sulle mille sfaccettature di questa meravigliosa Dea, sugli eterni contrasti che la riguardano e la complessità che ne scaturisce, ma qui voglio soffermarmi solo sul collegamento che il ritrovamento di questo suo antico santuario (che parrebbe aver custodito la più grande statua di Athena della Magna Grecia) ha posto tra noi e una cultura matriarcale lontana nel tempo, ma non nello spazio, di cui possiamo considerarci discendenti.
Sta a noi adesso rivendicarne l’eredità iniziando da un approccio al sacro e a Dea differente da quanto ci hanno insegnato negli ultimi millenni di storia. Dobbiamo imparare a riconoscere i mille volti di Dea al di sotto della sovrascrizioni patriarcali, a decifrare i suoi simboli, così arcaici che oramai sono parte di noi, la sua spirale di rigenerazione è iscritta nel nostro DNA, ed apriamoci a sentire le sue voci che cantano i molteplici nomi di Dea.
Percepiamola viva e concreta accanto a noi, nelle nostre vite e non come un’energia lontana a cui rivolgersi con dubbio e paura, ma, come Figlia, Sorella, Madre e Saggia, Ella ci ama ed è pronta ad accompagnarci nella profondità dei suoi Misteri.
Testo di Nicla dell’Edera per il Tempio della grande Dea Serpente, vietata la riproduzione (anche parziale) senza il consenso dell’autrice.
https://www.famedisud.it/puglia-individuato-a-castro-il-basamento-del-tempio-di-athena/
Immagine di copertina: Veduta idealizzata dell’Acropoli di Atene, opera del pittore Leo von Klenze nel 1846
Ciao mi chiamo Elena, già devota di Ecate e ora sulla via dell’esplorazione della figura di Minerva /Athena.
Sono contenta di essermi imbattuta nelle vostre pagine che contemplano entrambe queste figure. Sono in cerca di ispirazione per una ritualità su Athena, che a me si è manifestata più sotto forma di Minerva. Seguirò il vostro sito e la vostra pagina Facebook. Grazie di tutte le info. 😀
Ci fa piacere 🙂
Grazie a te 🙂