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Giornata mondiale delle api

“La Luna, cui competeva condurre alla nascita, veniva chiamata da loro (gli antichi) Melissa (ape), poiché le api sono generate dai tori e la luna è un toro. E le anime che passano alla Terra sono generate da tori” (Porfirio, filosofo, teologo e astrologo greco, III sec. d.C.)

Il 20 maggio, data di nascita di Anton Jansa, pioniere dell’apicoltura, si celebra la Giornata Mondiale delle Api, un’occasione per sensibilizzare sull’importanza degli animali impollinatori, non solo api, ma anche farfalle, vespe, bombi, calabroni e, non ultimi, pipistrelli e colibrì.

L’ape si fa simbolo per tutti loro, per ricordarci che senza la loro esistenza il delicato equilibrio naturale andrebbe perso perché molte specie vegetali non completerebbero il loro ciclo vitale andando così a scatenare un effetto a cascata su interi habitat e verso l’umanità stessa. Questi animali sono minacciati dall’uso sempre più massivo di pesticidi e dalla presenza massiccia di monocolture che non permettono la giusta biodiversità e un ricambio continuo tra specie con diversi periodi di fioritura. Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo promuovere la biodiversità evitando di tagliare rasa l’erba dei nostri giardini, usando sementi misti e limitando l’uso dei pesticidi sulle nostre piante da orto ed ornamentali.

L’ape, così come la farfalla, è un’antica epifania di Dea nella sua natura Rigenerativa, la troviamo incisa sui crani bovini (la testa del toro e della vacca sono da millenni associati all’utero femminile) in antichi siti archeologici, dipinta su vasi e ipogei, uno di questi anche in Sardegna (Tomba dell’Emiciclo di Sas Concas, Oniferi, Nuoro), presente su sigilli, monili d’oro e gemme di onice, soprattutto nell’area Cretese. La parola Melissa, che letteralmente può essere tradotta come “colei che porta il miele” o “colei che offre il miele”, non solo andava ad identificare l’ape come insetto, ma erano così definite le sacerdotesse di molteplici Dee, “in particolare di Demetra (Eleusi), Artemide (Efeso), Afrodite (Erice), Melissa Delphis (Delfi) – nel cui tempio si adoravano le api – Persefone, Rea, Selene – chiamata talvolta Melissa/Selene – e Kore melitodea, protrettrice dei frutti – melitodes significa “mielata”, ovvero “Dea di miele” (Melissa la Signora delle Api, Laura Rimola). A Creta ritroviamo addirittura molteplici effigi raffiguranti la Dea Ape, ella è manifestazione dell’antica Dea Potnia, signora della vita animale e vegetale, reggitrice della potenza della Rigenerazione continua.

La Melissa, quale sacerdotessa di Dea, conosce il mistero della Vita-Morte-Rinascita, ne è custode e iniziatrice per coloro che vi si approcciano con devozione.

La citazione iniziale di Porfirio ci parla proprio di questo legame indissolubile tra le api e la vita, egli parla di popolazioni a lui precedenti per le quali le api sono un tramite per le anime che si devono ancora incarnare, basti pensare che i favi furono usati, nel periodo arcaico, come tombe per i bambini morti prematuramente, creando così uno spazio liminale tra la vita e la morte. Il miele stesso era usato come offerta alle divinità ctonie e durante i riti funebri, oltre che essere uno degli ingredienti insieme alla propoli, usato nell’imbalsamazione. Alle api, o meglio alle Melisse, vengono affidati i bambini, basti pensare ai miti: Zeus e Dioniso, entrambi affidati alle ninfe che li nutrono con il miele, Meliteo, figlio di Zeus, nutrito da uno sciame di api, le Thriadi, antiche Dee api col dono della profezia che nutrono Apollo.

L’ape, come insetto, è di estrema importanza in quanto sono bioindicatori dell’ambiente, la loro opera quali bottinatrici trasporta il polline anche a grandi distanze permettendo la vita di molte specie vegetali, sono gli imenotteri sociali per eccellenza: occupano uno dei livelli evolutivi più elevati tra gli insetti e hanno sviluppato un linguaggio molto complesso per comunicare tra loro informazioni vitali allo sciame attraverso le loro caratteristiche danze (ancora in fase di studio da parte dei biologi).

Oltre al miele, un dolce aiuto anche per la nostra salute, la cera e la propoli che producono sono preziosi alleati per la vita umana: vi produciamo candele, creme, pomate, medicinali e prodotti di cosmesi.Le api e le Melisse sono dei tesori, dei doni immensi per l’umanità intera e come Tempio della Grande Dea Serpente troviamo doveroso onorarle e rispettarle, con la preghiera che benedicano la nostra vita con i loro doni.

Testo di Nicla dell’Edera, vietata la riproduzione, anche parziale, senza il consenso dell’autrice.

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